SESSUALITA

Perché si dice gnocca e cosa significa

Tra i vari appellativi con cui gli uomini fanno sapere a una donna che viene apprezzata da un punto di vista prettamente del fisico, c’è la parola gnocca. Che sia diffusa e universalmente riconosciuta come forma di espressione riferita a una donna, è un dato consolidato a livello nazionale, ma perché viene proprio utilizzata questa parola? Secondo il noto e autorevole vocabolario Treccani la parola gnocca significa organo genitale femminile, per poi aggiungere un ulteriore estensione come ragazza bella e vistosa.

È suggestivo che la prima versione del significato sia riferito all’organo sessuale femminile. Su un altro riferimento a livello enciclopedico popolare, Wikipedia, si parla dell’origine della parola di origine romagnola riferita alla forma dello gnocco, che ha la forma della vulva. Quindi da qui, dalla forma del tipo di pasta fatta a mano che assomiglia all’organo genitale femminile, il passo è breve. Stupisce però come una fonte autorevole come Treccani lo dia già prima come fosse un sinonimo di fica, più che un tipo di pasta. Lascia pensare che l’uso di questo termine nel nostro linguaggio sia ormai così diffuso da aver fatto un passo in avanti, senza lasciarci traccia della sua origine mangereccia.

Uso nel linguaggio comune di gnocca

Sostitutivo del termine bella ragazza, come dice la Treccani anche vistosa, identifica un tipo preciso di donna a cui rivolgere un apprezzamento. Si perché non si usa gnocca per definire una ragazza carina, passabile, ma una che si fa notare quando passa per strada. Questo tipo di giudizio si diffonde tra quei rappresentanti del sesso maschile che generalmente considerano la donna un oggetto, quello dei loro desideri sessuali, a insaputa o meno dell’interessata. Il termine non viene utilizzato da chi porta rispetto alle donne in generale, è come fosse una forma volta ad esaltare le curve, in senso volgare, vistoso appunto, di una signorina. Non deve essere bella per forza di viso, ma il corpo deve far resuscitare i morti! È molto diffuso tra gli operai edili o tra quelle categorie che custodiscono i calendari di donne nude che sponsorizzano bulloni presso le loro officine o luoghi di lavoro. Possono esserci anche uomini d’affari, di alto livello sociale, per così dire, ma che restano molto bassi a livello di rispetto delle donne. I poveri operai lavorando in strada si trovano a dover essere distratti da donne formose, femminili, vestite poco o coperte fino al collo poco importa, loro si sentono quasi in dovere di far ascoltare il suo grido di apprezzamento urlando A gnocca! Ma in questi ultimi tempi si rischia denunce, occhio al cat calling.

Gnocca come offesa e non come complimento

Il cat calling viene identificato come molestia verbale in luoghi pubblici, generalmente da uomo a donna, rivolgendo commenti indesiderati, fischi o parole sessiste. Ebbene, la parola gnocca, seppur in alcuni dialetti, soprattutto nel centro Italia tipo Roma, sia detto col significato giocoso più che irrispettoso, rientra in questo tipo di commenti e quindi punibile dalla legge. Da qui ovvia la considerazione che, seppur volto a esaltare e quindi a valorizzare la femminilità di una donna, non è gradito da queste, pronte sul piede di guerra e ad una denuncia. Basti ricordare che acquisire le prove di simili apprezzamenti basta un telefonino e in un istante vi ritrovate in una diretta Instagram senza esservi accorti di esserci.

Utilizzo di gnocca per annunci

All’opposto di chi crede che questo termine sia offensivo ci sono tutte quelle donne che si immedesimano in quei corpi vistosi e amano sentirsi apprezzate, e inseriscono la loro richiesta di attenzioni al pubblico di siti di sesso. Il portale gnocchevogliose.net ne è un esempio tra i più diffusi. Le donne che mettono annunci qui si mettono in gioco, volendosi far notare come gnocche e prendono questo termine per essere apprezzate e non si sentono affatto umiliate, anzi. L’utilizzo di questo termine è una questione di punti di vista, quindi, perché a vederla così è un punto di forza più che debolezza.